Proseguo qua sotto le mie riflessioni sulla “cittadinanza digitale”.
- Come deve essere il mio IO DIGITALE??? Nessuno può dirlo: ma ognuno può cercare nel web di essere se stesso, come nella vita: quindi uno soltanto e non centomila. Anche nel web dovrebbero esserci delle regole morali ed etiche, come nella vita: sincerità, onestà, rispetto di se stessi e degli altri ecc… I principi morale che ci consentono di vivere nel quotidiano, dovrebbero essere validi nella vita reale come in quella cittadinanza digitale di cui assumiamo (o comunque di cui ci dovremmo assumere) il controllo ogni volta che entriamo in internet. Il problema è che il più delle volte non siamo assolutamente consapevoli del nostro” io digitale”, per cui non sappiamo assolutamente cosa vogliamo essere e come appariremo agli altri esseri digitali…
- Come ben sappiamo le regole che normalmente regolano la nostra cittadinanza “terrena” son ben facilmente eludibili sul web. Gli esempi anche in negativo putroppo abbondano. La domanda è: ci vogliono altre regole quindi? Ma quali? E come si può pensare che possano avere vigore da sole, laddove non regna altro che la quasi totale anarchia proprio per sua definizione?
- La cittadinanza digitale e l’educazione: quali compiti ha l’educatore, chiunque esso sia, di fronte alle nuove generazioni? Ancora una volta egli deve avviare alla conoscenza. Soltanto conoscere dà la possibilità ad ognuno di divenire cittadino consapevole. Nella pratica della scuola Primaria in cui opero, credo quindi giusto abolire il classico insegnamento di Word, PowerPoint…: del resto il nostro compito non è mai stato quello di fare dei piccoli segretari, quanto di formare degli uomini liberi nel rispetto delle regole sociali e democratiche. Adesso sembra aggiungersi anche un nuovo compito: il raggiungimento di una cittadinanza digitale consapevole. Il realtà i due obiettivi si compenetrano vicendevolmente, ma a questo punto bisogna avere chiaro se devono esistere e quali devono essere le regole del web.