Da più di un anno sto sperimentando Minecraft nella mia classe. Non ho pubblicato nulla in merito, dato che il lavoro nel suo insieme, fa parte di una sperimentazione con l’Indire di Firenze, quindi non posso “svelarne” i contenuti. Ma è anche vero che ho realizzato, sempre su richiesta di Indire, vari workshop (due a Lucca in occasione delle giornate della Didattica Digitale, a L’Aquila, in occasione del Microsoft Day, altri due Didacta, presso Firenze, circa un mese fa e presto altri ancora che mi sono già stati richiesti) con un crescente numero di docenti su Minecraft a scuola, per cui non posso più tacere.
La sperimentazione del resto, ha un suo blog riservato, aperto solo a noi sperimentatori, ma la formazione che via via mi viene richiesta è di certo cosa pubblica.
Cosa posso dire di Minecraft?
All’inizio non mi piaceva a causa di un ambiente tipicamente “squadrato”, che paragonato alle visioni sofisticate e molto aderenti alla realtà di mondi virtuali quali Second Life e Craft, stonavano. Ma successivamente mi sono resa conto che Minecraft ha, come si dice “una marcia in più”, soprattutto per la scuola primaria.
Di sicuro è appassionante e consente di rivedere con maggiore facilità, molti aspetti “morti” della didattica, che non avevano più senso di resistere allo sconvolgimento che sta vivendo la nostra scuola del 2017 con la rivoluzione digitale. Sicuramente questa sperimentazione è coerente con quanto ho sempre fatto, a partire dai mitici tempi di Nuovita e Scuola3d, fino ad ora. E indipendentemente da me, la didattica dei mondi virtuali avrà un futuro sempre più ampio nella scuola perché ridona una concretezza perduta da tempo e modifica le relazioni educative in un lavoro molto differente dalla classica lezione face to face.