Tecnologie Digitali


Oggi sono invitata ad un altro evento. Questa volta è a Montecitorio e ha un interessante titolo: Tecnologie Solidali. Dal programma si deduce che si discuterà di una questione d’attualità e di grande importanza per il mondo della scuola: l’accessibilità dei testi digitali. Il problema mi tocca da vicino, sia perché ho esperienza di libri di testo spesso inadeguati specialmente per le classi terze, quarte e quinte della primaria, sia perché curo fin dalla sua nascita il sito della mia scuola, il quale include molto materiale anche per gli alunni.
All’ingresso mi consegnano subito la targhetta del convegno: il mio lasciapassare. Mi reco al secondo piano, in prossimità della sala del mappamondo, che ricordavo un po’ vagamente, per essere stata in visita con i miei alunni in uno dei palazzi più importanti d’Italia: ampie stanze, ampie gradinate, ampi corridoi nei quali intravedo busti di marmo, quadri preziosi, collezioni artistiche pregiate. Daniele Capezzone cammina veloce, ma probabilmente, vedendo la mia faccia curiosa e la targhetta al petto, mi saluta e mi augura “Buon lavoro”: che gentile!
Per fortuna Mario Guaraldi sembra ricordarsi di me e mi saluta: unica faccia nota…
Inizia la diretta streaming: noto la telecamera in alto dietro di me, nella bella stanza che purtroppo non potrò fotografare. Infatti vengo subito bloccata da una gentile signorina in blu…Guaraldi mi promette il cocomero in carcere:-).
Apre l’onorevole Palmieri, che presenta l’argomento: come la tecnologia aiuta a migliorare la vita delle persone. Fa la regia il vicepresidente alla camera , Roberto Giachetti. Egli parla di annullamento della diversità, quale primo step per soluzione di ‘protesi digitali’ fra le quali inserisce anche Internet. I tablet, i cellulari…sono una protesi anche per ‘i bastoni bianchi’, ‘micro’ numero, ma che in realtà sono in numero enorme a livello mondiale. Mostra lo smartfhone che consente di scorrere le pagine con gli occhi, soluzione adottata per coloro che non possono muovere che con lo sguardo: quello che si fa per la diversità, poi ricade sugli altri, su noi, che siamo diversamente abili chi più chi meno per tanti motivi. Menziona una ditta tedesca che intende assumere nei prossimi anni gli autistici per testare i suoi software; parla di tecnologie digitali e di generazioni non abituate ad usare la rete e le nuove tecnologie. Quando inizia a leggere dopo un po’ mi perdo, traggo solo alcune parole chiave: un mondo dove la diversità è inclusiva. ‘Non toccherà a noi, crescere ed usare le tecnologie e il mondo che creiamo’. ‘Se rimarremo attaccati al presente, senza previsioni, il nostro futuro sarà in scorribande nel deserto. Nuovi bambini e nuovi e idee con termini come diversità, disabilità…siano eliminati’.
Dal convegno uscirà un ebook edito da Guaraldi, ed ecco spiegata la presenza di questo editore, che si può definire “digitale”. Adesso tocca a 4 donne: Bononcini di Google, Ferradini delle fondazione Telecom, Roberta Cocco di Microsoft e Marcella Logli della fondazione Vodafone.
Logli parla della dislessia e dei libri digitali per fare un esempio del contributo della fondazione di cui è segretaria. Anche rendere visibili certe parti del patrimonio artistico e storico come i mestieri invisibili è importante: preservare certe artigianie, nel luogo di origine ha un senso per la nostra storia. Maria Cristini Ferradini, della Fondazione Vodafone, si è avvicinata alle tecnologie perché oggi sono un elemento di accellerazione e di agevolazione. Martin Cuper nel 1973 fece la prima telefonata da cellulare, nel 1983 il primo telefono cellulare Motorola. Nel 1992 i primi sms e così via con un’accellerazione incredibile. Qual è la differenza: oggi c’è a disposizione la conoscenza. Ma abbiamo tante generazioni che restano indietro. La disabilita può essere superata con la tecnologia. L’uomo non è digitale, non è off o on, è analogico, ma si fa aiutare dalla tecnologia. Roberta Cocco di Microsoft crede nella filantropia. Il fondatore Bill Gate ha voluto che ci fosse una direzione che si occupasse anche della responsabilità sociale, perché è un qualcosa che riguarda da vicino tutta la Microsoft. Oggi siamo al 40% di disoccupazione fra i giovani, per cui è partita una campagna di formazione proprio per loro. In questo semestre con le organizzazioni no profit, Microsoft ha formato più di 25.000 giovani; Microsoft vuole offrire sotto forma di tecnologia e cioè di formazione, la possibilità ai giovani di trovare più facilmente un lavoro. Bononcini per Google ci parla di un progetto e di correlazioni con Emergency.
Riccardo Luna, giornalista e scrittore, vede che le cose stanno cambiando anche qua dentro: stamani si parla in modo diverso della rete. Ivana Pais parla di Crowfunding. Non è una colletta, ma un motore della crescita, un finanziamento on line a cause sociali. Questo tipo di finanziamento è in crescita. Nella rete non c’è la folla, quanto l’apertura progressiva a cerchie sociali nuove, fino allo strato sociale che è interessato all’idea, al progetto, all’impresa che vogliamo ci sia finanziata. Ivana ha realizzato una mappatura delle piattaforme di crowdfunding: sono di equity based, eccetera. Maria Mazzarella parla del regolamento Consob n.18592 del giugno 2013 in materia di crowdfunding. La regolamentazione era abbastanza complessa al fine di operare una strategia sicura. L’obiettivo è la sicurezza del finanziamento. Ci saranno quindi criteri per l’iscrizione ad un portale per i siti di crowdfunding.
“La strada verso l’Olimpya” è un film che narra di una disabile (oggi fra il pubblico) che è una grande fans dei Pooh. Eleonora voleva andare a Parigi al noto teatro per ascoltare il concerto del suo gruppo. Claudia Di Lascia parla della realizzazione del film ci parla dell’associazione Kinedimarae. Angelo Failla della Fondazione IBM prende la parola. Coppa, Acerbi e Ciaffoni parlano di un’app di loro invenzione con l’ambizione di creare aziende che stiano sul mercato. Henable.me è per le disabilità. Coppa parla di Bircle. Ciaffoni è l’autore di Ariade, un’applicazione per ciechi che serve per la lettura delle mappe on line.
Bruno Calchera, dell’associazione Proxy, parla del riciclo del materiale tecnologico inserendole nel mondo del non noprofit. Lo scopo è raccogliere computer e attrezzature biocliniche per indirizzarle a chi ne ha bisogno; le apparecchiature vengono dotate di programmi gratuiti.
Devo dire che attendo con impazienza l’intervento di Roberto Scani del consorzio W3C e lo stesso Mario Guaraldi. Mario è editore di una certa fama, che si occupa di libri digitali totalmente accessibili. Si definisce vecchio giovane editore, più che editore storico. Ha sempre ha avuto a che dire rispetto alle case editrici classiche. Fare editoria digitale e anche accessibile, non è facile. Proviene da una zona che ha dato i natali a tante persone importanti, come Fellini,… Una volta egli parlò di sfida europea dell’informatica insieme a rappresentanti di Apple e Microsoft. Ci fu uno scontro…e anche oggi se ne parla. Diego Piacentini che oggi è Amazon, è italiano. L’onorevole Palmeri lo osserva forse un po’ preoccupato: Guaraldi inserisce nel suo discorso moltissimi elementi di discussione che aprirebbero altri convegni, come il concetto di print on demand: ricongiungendo l’editoria digitale con quella della carta, si può sperare di superare l’impasse del momento. Il mondo digitale si rinsaldi con la carta, è possibile stampare il libro personalizzandolo. Parla anche dell’importanza di rivedere la filiera della carta, le librerie e rivalutare con tablet anche le biblioteche…. Ma non posso raccontare tutto il suo intervento, che di certo è efficace e forse il più concreto! Per cui attendiamo il suo ebook sul convegno.
Scano che parla quasi per ultimo, afferma che ogni software per l’accessibilità ha spesso il difetto di essere stato creato senza aver chiesto nulla in proposito, proprio a chi è disabile.
Parla alla fine, anche Carlo Sigismondi, del Forum PA.

Qualche commento che posso fare alla fine del convegno, riguarda forse più le mie aspettative. Il titolo del seminario mi aveva forse tratto un po’ in inganno. Si è parlato meno di quanto pensassi dell’accessibilità dei testi digitali e di più di fondazioni che sicuramente fanno molto, ma che hanno ricadute secondo me poco incisive, proprio sull’accessibilità, o almeno sono io a non riuscire a vederle, per la mia settoriale esperienza. Intorno a qualche numero espresso, a proposito dei destinatari delle fondazioni e dei progetti solidali, avrei avuto voglia di chiedere se si poteva dire che almeno dalla metà ci fosse stato un riscontro positivo: sapevano dire ad esempio, fra tutti quei giovani formati, quanti avevano poi davvero trovato lavoro, grazie alla formazione avuta? Perché a scuola, se bocciassi già solo un terzo dei miei alunni, vorrebbe dire che la mia azione educativa era totalmente errata. Ma ovviamente il paragone è legato alla mia sola piccola esperienza di insegnante e quindi forse non troppo azzeccato. Talvolta si è puntato di più su come la solidarietà umana elabori progetti importanti, come quello del film di Eleonora, piuttosto che di quella “tecnologica”. Si sono viste quindi delle falle, delle zone “buie” dove la tecnologia potrebbe, ma ancora e davvero non riesce ad arrivare con la sua forza. In ogni caso, l’iniziativa è lodevole e l’onorevole Palmieri, promotore del convegno, promette che il prossimo anno se ne parlerà di più e se ne farà un nuovo convegno. Ci spero e aspetto.