Si può dire conclusa definitivamente la mia sperimentazione al fine di uso didattico di Ikariam, il giorno di Gameforce ambientato nel passato e basato, come del resto molti altri giochi, sulla possibilità per l’utente di usare un broswer-game semplice e invitante. La mia analisi è iniziata circa un anno e mezzo fa, quando un’amica me lo suggerì, come attività davvero coinvolgente da svolgere sì, per passare il tempo, ma anche per affinare le risposte dell’intelligenza, nella previsione delle mosse del nemico e con possibilità di “allearsi” con altri giocatori, divertendosi. Ma per capire meglio come sia possibile sfruttare veramente il gioco dal punto di vista didattico, l’ho esaminato sotto più punti di vista. Vediamo i risultati.
Città presenti nella mia isola
Il gioco ha un’ambientazione fantastica assimilabile al periodo greco; il mondo virtuale è composto da un’infinità di isole che possono avere ciascuna, fino a 16 città differenti e di diversi uteti; con l’account si da’ l’avvio alla costruzione di una di queste, che dipenderà da te in tutto e per tutto; le tue scelte consentiranno alla popolazione di crescere recandosi “a lavoro” presso la cava di legno e presso un’altra cava a seconda dell’isola in cui si è capitati. Le risorse, infatti, oltre al legno, consistono in: zolfo, necessario per costruire le armi; cristallo, indispensabile per gli scienziati al lavoro ed altro; marmo, per tutte le costruzioni in generale e vino per rendere soddisfatti i cittadini. Ad ogni livello di crescita, nuove possiblità sembrano aprirsi sia per migliorare gli edifici, che per le invenzioni degli scienziati. Costruzioni di musei e templi ricalcano minimamente la vita vera, con la necessità per l’uomo di scoprire l’arte e anche l’animo religioso.
Alcune isole dove è possibile riconoscere le risorse
Il gioco però, non si basa sulla vendita delle risorse di mercato, ma piuttosto sulla guerra alle altre città: sono infatti le azioni belliche ben riuscite, che fanno crescere il punteggio personale, e non la vendita delle materie prime. Fare un esercito personale, rinforzare le mura cittadine e inviare spie in ogni isola sono attività comuni… Personalmente l’idea stessa della guerra, per i primi mesi mi ha ripugnato in modo sostanziale, ma allo stesso tempo le aggressioni subite sembrano far provare emozioni di rabbia e delusione, dato che perdi tutto ciò che avevi “faticosamente” raccolto…
Un trailer accattivante
La socializzazione avviene sia con scambi di messaggi fra giocatori , sia in comunicazioni fra i soci di un’alleanza che di solito è in guerra contro un’altra per l’acquisizione di sempre maggiori risorse. Ma un particolare da annotare è che gli utenti sono di tutte le età, dai bambini di 5° elementare, agli adolescenti che giocano coi genitori, fino agli adulti soli; questo ovviamente, potrebbe avere una connotazione negativa: non vi sono infatti, limitazioni di età come accade ad esempio per Facebook o SecondLife e quasi tutti finiscono per scambiarsi informazioni personali anche su messenger. Se ci siano controlli dei messaggi privati su Ikariam, questo non è stato possibile appurarlo, anche se si può pensarlo.
Ultimo sguardo alla mia città
Onestamente ho resistito tanto in questo gioco anche per il gruppetto di amici che mi ero fatta, coi quali potevo condividere “l’emozione” di sconfinggere un nemico o di “piangere” per una sconfitta clamorosa e che non ti aspettavi, ma adesso posso serenamente affermare che il gioco non mi pare molto adatto per i fini didattici che invece mi pareva di intravedere: l’apprendimento di concetti storici fondamentali, in modalità ludiche ma anche di impegno motivato. Infatti credo che sia piuttosto riduttivo e ripetitivo, per cui alla fine, stanca esattamente come fanno altri giochi dello stesso tipo. Non per questo non vale la pena di provarlo proprio anche a scuola, giusto per sottolineare alcuni aspetti e mettere alla prova gli studenti: quali sono davvero le aspettive di un popolo e le condizioni necessarie per la sua crescita ? Insomma, può essere una buona base di partenza, da lasciare però subito dopo per altre esperienze…
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Sì, certo