La scuola nel virtuale, riflessioni postmeeting

Il 16 di ottobre 2015 si è svolto nello splendido scenario di palazzo Riccardi di Firenze, il primo meeting nazionale sulla didattica immersiva dal titolo “La scuola nel virtuale”. Questo evento è stata un’occasione unica per incontrare docenti di ogni ordine e grado, provenienti da tutte le parti d’Italia e scambiare così idee, opinioni. Di solito però, non riporto nel mio blog eventi di cui sono partecipe ed invitata, come in questo caso, ad esprimere anche la propria opinione in una Tavola Rotonda con altri colleghi, più importanti e bravi di me, se non fosse per la moltidudine di riflessioni che mi ha suscitato l’intera bellissima giornata: non posso fare a meno di ringraziare Andrea Benassi, ricercatore illuminato, che lo ha pensato, voluto, organizzato.

Le riflessioni sono almeno tre.

La prima riguarda la storia di Scuola3d, che dal momento in cui iniziò, vide convegni molto simili a questo, dove si ragionava però di più sul significato che la didattica 3d doveva e poteva avere sulla scuola (allora non affatto scontato), cosa poteva voler dire utilizzare il mondo3d in classe con gli alunni, quando ancora in Italia, le sperimentazioni erano davvero pochissime se non uniche, e non posso che citare Linda Giannini: coi suoi “mattoncini” coinvolse la allora scuola materna, oggi detta “dell’infanzia”. Riportare ciò che si diceva allora è quasi impossibile: i miei appunti sono spariti con le pulizie domestiche… eppure non è sparita la sensazione che ne derivava: ipotizzare percorsi virtuali, scendere a patti con una metodologia che voleva tornare alla concretezza, riportare alla visibilità concetti che restavano chiusi nei libri e nella memoria. Non posso neppure dimenticare la forza di un Derrick De Kercove che entrò nel nostro gruppo pioniere dal 2004 in poi, proprio come l’avatar da lui scelto, subito dopo Pinocchio: un verde grande drago volante si aggirava portando idee che allora non comprendevo, perché erano fortemente innovative. Prima fra tutte, i tag per il mondo virtuale, la geolocalizzazione3d, la possibilità di creare percorsi tridimensionali ritrovabili facilmente sia nel mondo3d, sia dal web, l’aspetto social  e altro ancora che mi proiettò fuori dalla mia “zona confort”, per indurmi in un percorso meno certo, in cui faticavo un po’ a capire del tutto il significato. Certo oggi non è più così, ma per la verità non mi sono ancora abituata alla “scuola”, quella, per intendersi di “farinasulle scarpe“, che adotta un motto all’apparenza banale “Odio la scuola. Mi fa impazzire. Appena imparo una cosa, vanno avanti con qualcos’altro”.  A volte anche io ho provato la sensazione di “odiare” la scuola, a volte ci sente incerti sulle strade nuove, o che spero mi consentano di migliorare la metodologia: ma certo questa è una posizione scomoda… Ritornando però, anche ai Tag di Scuola3d, non posso fare a meno di suggerire qualcosa di simile anche per edMondo, la mia attuale piattaforma preferita insieme a Edu3d. L’idea di Scuola3d infatti, era quella di un web semantico, dove era possibile taggare il mondo a seconda di categorie che i docenti creavano, e in modo che fosse possibile ritrovare ad esempio per la Storia o per la Matematica un certo concetto già sviluppato nel 3d, anche partendo dal web. Questo aspetto non è poi stato più sviluppato, purtroppo, perché richiedeva un uso costante e la capacità di individuare durante il lavoro 3d, quali erano le parti delle creazioni del docente o dei bambini che potevano avere un interesse più generale, tanto da inserire il fatidico tag, abbinando la parola “giusta”.

La seconda riflessione riguarda tutto ciò che da allora è stato fatto: molte anche le esperienze 3d di cui venivo a conoscenza, dalla comparsa dell’Indire in Second Life dove ero appena sbarcata, alla nascita di edMondo e alla scoperta contemporanea di molti altri mondi legati alle OpenSim libere e indipendenti, la scoperta di Craft, di cui già avevo sentito parlare per la sua crescita  in differita con Scuola3d (nata poco prima), presa poi in mano dal  grande Licu Ricu, che non posso che apprezzare per la sua modestia e per la sua disponibilità nei confronti del mondo della scuola. La nascita di tanti “mondi” diversi per la scuola, a partire da Edu3d di Giliola Giurgola, di Techland di Michela Occhioni, ma anche di Annalisa Boniello, adesso pure Dirigente, che con l’Università di Camerino ha messo su un mondo virtuale per le Scienze, mostrano un fermento che ancora non riesce però a farsi avanti come si deve nella scuola, non riesce del tutto ad entrare nella didattica, non dico quotidiana, ma almeno come uno dei tanti strumenti che è possibile utilizzare proficuamente. Sicuramente suscita curiosità, interesse molto più di prima, una crescita alla quale senz’altro Andrea Benassi sta dando un contributo davvero notevole,  ma ancora non basta. Sono convinta che, nonostante il meeting del 16 scorso, sia un’ottima base di partenza, ancora ci sia molto da fare per portare i mondi virtuali in classe. Del resto lo stesso Biondi, che ho apprezzato tantissimo per come mi ha fatto sentire “compresa” nella mia, nella “nostra”   ricerca quotidiana di miglioramento professionale e metodologico, ha parlato di un clima in quella splendida sala da “cospiratori”: la scuola del futuro è lì, in ciò che noi vediamo, ma che ancora non si apre alla vista di tutti e che quindi ci fa sembrare ” i carbonari” dei moti rivoluzionari del 1848. Stiamo quindi portando forse avanti, una rivoluzione di cui solo  fra un bel po’ di tempo vedremo i risultati? Deve essere proprio così, se tanti di noi, credono nella validità della metodologia “immersiva”. Non dimentichiamo però,  che c’è anche tanto altro di nuovo, che sta entrando nella scuola: primo fra tutti Avanguardie Educative, che col suo manifesto e la sua opera vede, apprezza, stimola alla prova e al confronto fra metodologie innovative, le scuole e i docenti italiani tutti.

La terza riflessione è la “scompaginazione” dei mondi virtuali in tante esperienze e piattaforme diverse che pure non sono organizzate e neppure legate fra loro e sto parlando a livello “tecnico”.  Comunque, proprio qualche giorno fa, quando ho avuto la possibilità di parlare con Raffaele Macis (Licu in Craft), gli ho subito riportato una mia idea, non affatto nuova, ma che mi fu suggerita molto tempo fa, da un amico di Facebook che conosceva sia Scuola3d che Second Life e gli allora nuovissimi ambienti Open Sim: non sarebbe possibile collegare diversi tipi di piattaforme in modo che si possa “passare” da una, all’altra senza difficoltà? L’idea può sembrare forse banale o anche poco interessante, ma proprio alla Tavola Rotonda in cui ero invitata, un collega che apprezzo, ha pronunciato le parole che mi hanno fatto pensare al tutto in maniera diversa. Egli diceva che pensava alle piattaforme di Actiwe World come alla storia della sua vita professionale, avendo infatti, in passato, iniziato anche lui, come me, con questo tipo di piattaforme. Maurizio in effetti, fece esperienze interessanti che seguii a suo tempo. Parlando di storia ormai trascorsa, intendeva forse, proprio anche Scuola3d. Ma quanto lavoro in questo piccolo mondo è stato già fatto in anni di collaborazione con altri docenti, con altre scuole? Quanto di quel lavoro può essere ancora utilizzato perché attuale, perché utile, perché facile da reperire? Penso anche al suo, di lavoro, che purtroppo credo di aver capito, ormai è perduto, ma a Scuola3d è tutto ancora attivo, utilizzabile, operabile: perché perderlo per sempre? Actiwe World nel frattempo si è aggiornata, si è modificata fino a diventare sempre più simile a Second Life, mentre Scuola3d, da cui deriva,è rimasta ad una versione antiquata. Forse però, proprio questo particolare la rende  più “leggera” rispetto alle altre come Minecraf o Unity3d e anche allo stesso edMondo, e più facilmente utilizzabile nei vecchi pc delle nostre scuole… Ma ecco allora la mia proposta, che già mi era venuta in mente durante la Tavola Rotonda e che avrei voluto dire a voce alta, ma che per qualche motivo è rimasta solo dentro di me, come una vocina sottile e insinuosa: perché non si può fare qualcosa per non perdere nulla di quanto si sta facendo nei vari mondi 3d per la scuola? Perché non studiare un modo per  creare dei ponti fra le diverse piattaforme in modo che diventino comunicanti, che siano proponibili alle varie scuole che volessero avvalersene, anche solo come esempio, se non come utilizzo degli ambienti legati alle varie materie che già ci sono? Le varie piattaforme attualmente esistenti NON sono in competizione, ma sono in continuo progredire coi loro insegnanti. Questo è quello che riesco a vedere  (del resto lo sanno tutti ormai, che sono una visionaria esattamente come tutti quelli che erano, il 16, al meeting), per il futuro: una continuità di ambienti, anche in piattaforme diverse, che i docenti possano visitare e utilizzare coi loro alunni, senza distizioni di software e di provenienza. Per ora alla mia richiesta, Raffaele ha risposto un poco laconicamente: per creare il ponte che vorrei fra gli ambienti di Active World (per Scuola3d) e OpenSim (per edMondo se lo si volesse e per Edu3d) ci vorrebbero alcune pagine di programmazione, da sviluppare in diverso tempo, non un giorno solo. Ma la proposta oso farla lo stesso, perché ci credo. Credo ancora che ambienti come quelli in Scuola3d o in altri come Minecraf e altri ancora, possano diventare una sorta di biblioteca o meglio, “archivio3d” per le scuole, da cui attingere. Solo se si creeranno dei “ponti”, tutto quanto fatto dai docenti fino ad ora o che verrà fatto anche poi, potrà essere allora veramente riutilizzabile, andando ad arricchire un patrimonio che invece vedo purtroppo, disperdersi. In parte la OpenSim dell’Indire, lo sta già facendo, ad esempio fra Edu3 e edMondo il ponte esiste già, ma questo non è ancora, forse, sufficiente.

A conclusione del mio post di oggi, voglio dire che era tanto che non aggiornavo il blog: Facebook fagocita tutto, notizie, foto, ricordi…si finisce per abbandonare la scrittura riflessiva, per annotare rapidamente, perché è più semplice, più facile…ma queste riflessioni non potevo lasciarle in un “A cosa stai pensando?”, perché spero davvero che possano essere il mio modesto, minimo, ma vero contributo al primo meeting sulla scuola virtuale.

 

 

 

La scuola nel virtuale