Ho partecipato ieri all’evento Challange to Change, dove alcuni dei più bravi insegnanti statunitensi ed italiani hanno presentato la loro metodologia basata sulla “sfida didattica”.
Kate Morrow è la prima presentare il metodo basato su tre principi: “creatività – creare per imparare – mettere in piazza” . La prima cosa da fare è porre al l’alunno la domanda su cosa lo preoccupa. Ad esempio verrà fuori, fra i tanti argomenti, la generalizzazione di “Come le azioni dell’uomo hanno impatto nell’ambiente”. Molto importante è non dare subito le risposte, questa è la sfida: le risposte dovrà darle lui stesso, coi compagni. A questo punto egli forma un team e ogni team si pone domande guida: dovranno trovare da soli il modo di rispondere cercando strumenti giusti e alla fine raccoglire tutto quanto per presentarlo. Si ricorda però, che non è una presentazione tradizionale, che è richiesta al ragazzo: si darà più importanza alla parte scritta e poi all’esposizione. Cosa fare poi di tutti gli elaborati? Alla fine ad esempio, ci può essere un video in cui i vari team mostrano i risultati. In questo modo la passione e l’entusiasmo proseguono in tutte le fasi e resta sostenuta fino a stimolare nuovo impegno ad apprendere. L’insegnante collabora, non è un dispensatore di nozioni.
Il metodo parte sempre da una grande idea, che deve venire da loro: si fa un brain-storming. Ricordiamoci che é una sfida. Assomiglia forse un po’ ai centri d’interesse di una volta, ma la metodologia è totalmente diversa, più partecipata e la collaborazione degli alunni è fondamentale.
Una domanda che allora, come docente posso farmi è : “Cosa ho bisogno di sapere, per trasformare la tecnologia nella mia scuola?”
Julie Willicot usa applicazioni come Replay e Froggen molto coinvolgenti. Alcune non sono state realizzate per la didattica per il lavoro, quindi bisogna vedere a cosa possono esserci utili. La realtà aumentata è uno dei suoi punti di forza: l’uso di Aurasma ne è solo un esempio.
Alberto Pian mostra una sua interessantissima esperienza: un gioco dell’oca che è legato ad un libro pubblicato poi su iTunes: l’appartenenza alla piazza di questo “luogo”, fa riflettere e stimola i ragazzi a fare sempre meglio, ad essere completi e definiti nel loro lavoro di ricerca.
Questo è solo un brevissimo e non esauriente resoconto degli interventi di ieri. In questo documento di Alberto Pian e di Masini risulta chiara quale sia la vera sfida per il docente di oggi: porsi alcune domande su cosa vogliamo essere veramente come insegnanti, aiuterà senz’altro a cercare risposte in questa metodologia che toglie di torno fraintendimenti e idee aleaotorie sull’insegnamento e punto dritto al nodo della questione: la formazione degli studenti.
Allego le foto che mi aiuteranno a ricordare vari passaggi ed anche alcune delle tantissime applicazioni suggerite.
Tutta la documentazione anche per le altre giornate in Italia, su Twitter https://twitter.com/sfidadidattica , da ascoltare con attenzione.