Scuola Digitale 3.0

Si è tenuto a Firenze in data 3 dicembre 2012 questo interessante seminario. Mi appunto qualche cosa che ho scritto per me stessa, ma che forse può essere utile a coloro che per un motivo o per un altro non hanno potuto partecipare.

Un nuovo bando per Classe/Scuola Digitale 2.0 è in arrivo e c’è un gran dire intorno ad esso; sarà destinato a 10 scuole e avrà una parte esclusiva destinata alle scuole isolate e di montagna.
Introduzione
Giovanni Biondi con Profumo hanno infiltrato dei virus: la LIM è stato il primo elemento virale introdotto, perché nella classe non ha trasformato l’ambiente ma ha consentito di usare linguaggi differenti, modificando piano piano anche la metodologia;  con Classi 2.0 dove anche i ragazzi hanno il loro device e si è visto che la struttura fisica della scuola ha bisogno di essere cambiata; dalle Classi 2.0, ora si tratta di passare alle Scuole 2.0. Abbiamo 14 Classi 2.0 e puntiamo alla “Scuola 2.0”, ma l’architettura deve essere trasformata, richiede uno stravolgimento totale persino degli arredi; abbiamo bisogno di un ruolo docente diverso.
Il secondo elemento virale è stato il libro di testo, trasformato in digitale. Bisogna aggredire una concezione antiquata, la metà dei libri sta meglio sul digitale  e deve essere liberalizzato. Se un docente vuol fare un’adozione disgiunta, ad esempio il testo di una casa editrice e il pacchetto di esercizi digitali di un’altra, deve poterlo fare; ad ogni alunno deve essere dato un tablet per uscire da un modello narrativo in cui versa ancora la scuola, legato tradizionalmente alla lezione frontale ed arrivare un modello partecipativo.
Il terzo elemento virale è l’architettura della scuola. Vogliamo pensare ad un ambiente variegato dove ad esempio, non ci sono banchi: già questo cambiamento propone subito una lezione diversa. Questo è il terzo elemento virale che proponiamo, ancora da introdurre, su cui si baserà il bando.

Stella Targetti ritiene che vedere la numerosa platea (si scusa perché molti non hanno il posto a sedere) significa che modificare la scuola è per tutti gli insegnanti un’emergenza, un’urgenza. Ha chiamato il seminario Scuola 3.0 per richiamare le tre dimensioni : tecnologie, ambiente, nuova didattica. L’intenzione era anche quella di dare e avere un segnale, perché il bando che deve ancora uscire, potrebbe essere modificato prima della pubblicazione. Contemporaneamente Regione Toscana e Ministero dispongono di una cifra abbastanza consistente per la nuova azione: la nostra regione mette a disposizione 4 milioni e mezzo di euro inclusive della manutenzione straordinaria che occorrerà alle scuole che vinceranno, per modificare la struttura stessa dell’edificio. Saranno 10 scuole sole interessate, quindi poche.

Relazioni di 20 minuti
Domizio Baldini è il primo: insegnante in pensione dopo 42 anni di servizio, non si stupisce della grande partecipazione dei docenti al seminario; dal 1989 si occupa di nuove tecnologie e conosce bene i docenti per i quali la motivazione è alla base di tutto. Inizia raccontando un aneddoto: tre operai che spaccavano pietre per edificare una cattedrale, risposero diversamente alla domanda “Cosa stai facendo?”. Il primo spaccava solo pietre; il secondo costruiva un muro per un edificio. Ma il terzo rispose che stava partecipando alla costruzione di una cattedrale. Così ognuno di noi ha un diverso livello di partecipazione al processo di istruzione-educazione.  La seconda citazione sulla musica risponde alla domanda “Perché lo stiamo facendo?”. Guardando tre differenti direttori d’orchestra, notiamo che uno dirige per se stesso. Un altro per il piacere e la gioia. Il terzo per gli altri (Muti). Il docente di oggi si trova in una società dove il 30 per cento dei compiti sono algoritmici e svolti dai colletti blu contro il 70 per cento compiti euristici. Oggi tutto si fa  in Internet, anche le separazioni. Ma c’è ancora la paura del futuro, che del resto ha sempre accompagnato qualunque novità, nella storia dell’uomo: la paura dei fumetti in passato, intorno agli anni ’50 portò a dire che facevano più danni di Hitler. Perfino di Galilei fu contrastato e sappiamo quanto e come. Col telefono si disse che terminava la comunicazione: oggi tutti abbiamo almeno due cellulari in tasca. La tecnologia mette ancora paura. A scuola si cambia. Ma i docenti vanno in vacanza spesso per imparare: chi glielo fa fare? Sicuramente la motivazione e la comprensione che la società ha bisogno di una nuova scuola. Alan November racconta un altro aneddoto. In una scuola cui si chiese di disegnare qualcosa, una bambina disegnò Dio, ma l’insegnante disse che non si poteva immaginare come fosse: anziché annotare la sua creatività, la spense. La nostra scuola manca di creatività; è sempre uguale a se stessa da 500 anni. Baldini ha sperimentato per tre anni l’iPad a a scuola e ha trovato fra gli alunni un entusiasmo mai provato, un fermento nuovo. Quella è la scuola dei nativi digitali, dove vanno e studiano ovunque sono, per esempio in gita scolastica: sono fuori, ma con i tablet sempre connessi e rispondono alle richieste di elaborare compiti anche dentro ad una chiesa o in un museo. Il docente è colui che “non insegna come in passato perché deruberebbe gli scolari del tuo futuro“.

Enrica Salvatori è docente presso la facoltà di Informatica Umanistica a Pisa e parla delle sue lezioni registrate in audio scaricate in iTunes, che da anni mette a disposizione gratuitamente in una piazza, appunto quella di iTunes, con utenti in tutto il mondo. Un video didattico non può essere visto per più di 10 minuti. L’audio per tempi più lunghi, perché in contemporanea posso muovermi, passeggiare ecc..; ma purché sia buono e la persona che registra abbia una buona capacità oratoria; le lezioni oltre che in  iTunes si trovano in www.hostorycat.org, sono di storia. Per prepararle ha utilizzato brani di film, musica e altri materiali presi da iTunes stesso.
Enrica Salvatori parla del buon contenuto indipendentemente dell’utenza: è l’insegnante che fa la regia. Le casi editrici sono indietro: andrebbero fatti piccoli ebook su tanti elementi. Se costassero un euro, l’insegnante sceglierebbe ciò di cui ha bisogno al momento con facilità. Oggi l’identità docente è in crisi e le sue competenze non vengono minimamente valutate. Fare del buon contenuto in rete ribalta le gerarchie. In aula può servire la lezione universitaria, come un’altra cosa. La lezione preparata con buoni contenuti favorisce il rimescolamento, stimola nuovi apprendimenti. Non ha mai avuto timore che le sue aule si spopolassero mettendo le lezioni audio in iTunes, piuttosto ha sempre temuto che i suoi alunni si addormentassero.
Salvatore Giuliano dirigente scolastico di Brindisi  è noto per il suo progetto Book in Progress, la scuola senza libri dell’Itituto Majorana: scrivere libri e permettere agli alunni di prima media di acquistarli per soli 50 euro è stato un bel lavoro: i genitori col risparmio che fanno, comprano “la tecnologia”: gli iPad. La tecnologia è il punto di partenza, non di arrivo: coi contenuti ci vuole il tablet. Il docente è un mediatore, sceglie i contenuti della rete. Nel suo istituto la trasmissione delle competenze informatica passa dagli alunni anche alle famiglie. Gli alunni assenti possono assistere ugualmente alle lezioni e fare i compiti. Il progetto si autofinanzia ed è basato sul risparmio delle famiglie e l’oculatezza delle spese dell’istituto. Il video mostrato presenta l’innovazione che è accolta positivamente e gli alunni dichiarano che preferiscono studiare sull’ebook senza rimpianto per i libri di carta. Il costo dei testi digitali preparati docenti è di 3.90 euro a libro con tablet. I libri realizzati dai docenti non sono pdf, ma testi con audio e video. I docenti sono stati incentivati col fondo d’istituto  e tolti i corsi d’uncinetto e altre cose simili.

Francesca Cecchi, della scuola Superiore Sant’Anna di Pisa presenta l’iItituto di Robotica Lars Lab.  Questo istituto  ha vari settori fra i quali il gruppo di robotica educativa, che nel 2010 partì con vari docenti e  alunni di 8 scuole. Nell’anno successivo le scuole diventarono 11 e le precedenti avevano già più autonomia . Erano scuole pilota; gli insegnanti crearono un blog, Erre come Robot. Cosa sanno i bambini di robotica? Usano la piattaforma Beebot, un’apina programmabile. Montano Robotdesigner.  Coi bambini più grandi si è passati ad un pochina di programmazione, a scoprire cosa sono i sensori, il motore …
Relazioni di 10 minuti da parte di 7 Scuole 2.0


Da annotare fra tutte, la presentazione della scuola di Montelupo Fiorentino con il noto progetto  Ardesia Teck: veramente le tecnologie possono migliorare l’apprendimenti? Il progetto dice di sì: la motivazione è al massimo e la riorganizzazione delle aule è alla base di una nuova scuola.Claudia Perlmuter presenta la Scuola Digitale 2.0 di Scuola Città Pestalozzi.

Nardelli dell’istituto Fascetti di Pisa parla dell’uso dei pc in classe. Sperimentano la tecnologia sia con una piattaforma che permette il registro on line, sia le verifiche ecc.. Presenta la “flipped classroom”, ossia la classe rovesciata con l’uso di tablet in comodato ad una classe che lavora in modo diverso. Poi vi sono aspetti tecnici-banda larga troppo debole, ma il problema didattico è quello più grosso. Internet è fondamentale nell’insegnamento.

Emanuela Giannini è dirigente del Comprensivo di Gallicano e presenta il progetto Errequadro con Senza Zaino, scuola di Vallico in Garfagnana. Parla anche di videoconferenza che serve per motivare le attività con apertura verso il mondo. Hanno lavorato con la scuola del Giglio.
A Lucca città c’è un altro progetto interessante, della scuola Media L.DaVinci: Il tablet in spalla, un progetto pilota che si realizza grazie a Gesam : l’azienda cede in comodato il tablet a tutte le prime medie e in più, anche al consiglio di classe. Una commissione di lavoro  valuta gli esiti. Il progetto ha catapultato le classi in un mondo nuovo dove c’è una facilitazione grande, una vera rivoluzione. Ciò richiede una nuova stesura del programma che preveda anche la formazione dei docenti. Non si possono quindi negare alcune difficoltà: ad esempio nello studio del testo digitale. Di solito è solo un pdf ma non è il testo nel formato giusto, ci vuole l’interazione…
Il Comprensivo di Massa3 presenta Tutti i ragazzi ora on line ossia Trool che dà nuove opportunità ai bambini.

 

Presentazione della chiamata di progetto per le azioni di Scuol@2.0 e Classi 2.0

Elio Satti ripercorre quanto è finora avvenuto: la prima azione si è avuta con la lim in classe; la seconda con Classi 2.0; la terza con Scuol@ 2.0 che richiede un grande cambiamento. In pratica si tratta degli spazi scolastici che devono essere innovativi, come già ha detto Biondi.

La terza fase attuale prevede l’organizzazine delle classi digitali con i spazi innovativi che non possono essere gli stessi di sempre. Se ne è avuto un esempio all’ABCD di Genova ( vedi Il racconto delle esperienze e EdMondo all’ABCD).

Immagine tratta dall'articolo di Andrea Benassi su EdMondo ad ABCD di Genova 2012

Il progetto è finanziato dal Ministero e dalla Regione Toscana: i fondi statali e regionali sono  2 milioni e settecentomila euro circa per iniziare  due azioni:

  1. Classi 2.0 e
  2. Scuol@ 2.0

La finalità è colmare lo stacco  fra ciò che esiste fuori e ciò che c’è dentro la scuola. Bisogna soprattutto definire nuovi ambienti di apprendimento, prevedere una scuola che si espande sia attraverso le tecnologie che negli spazi. Ogni pratica didattica nuova comporta la formazione dei docenti ma anche dell’ambiente didattico.

I soggetti ammissibili sono due, ma ogni scuola può partecipare ad una sola: o Classi 2.0 o Scuol@ 2.0. Per le scuole montane è prevista una chiamata a parte. Per Classi 2.0 possono partecipare le seconde e terze classi delle scuole primarie e delle scuole medie e le prime e seconde superiori per l’a.s. 2013-2014, in accordo coi Comuni che devono assicurare la continuità del progetto per l’intero ciclo. Sarà necessario coinvolgere le classi, i Consigli di classe, il Collegio dei Docenti, il Consiglio d’Istituto e ci sarà un impegno anche circa la formazione dei docenti. Il progetto finanzierà la ristrutturazione degli spazi e gli arredi, in accordo coi Comuni.

Il progetto deve contentere:

  1. gli obiettivi ed i fini che si vogliono perseguire;
  2. il percorso didattico, con l’idea progettuale,
  3. la previsione della messa in sicurezza, come gestire e come coordinare;
  4. l’articolazione in fasi e il raccordo col piano digitale scuola digitale 2.0;
  5. le modalità di verifica;
  6. quanto si spende, cioè il piano economico- finanziario dove saranno previste le spese progettuali, l’assistenza tecnica, l’acquisto dei dispositivi, le spese per gli impianti, e per rimodulare la classe, nella sua struttura,  gli arredi.
  7. Un’ipotesi di massimali.

Le risorse sono per 900.000 euro per le classi 2.0 e 25.000 potrebbero andare in ogni scuola. Si valutano:

  • la qualità della proposta,
  • il grado di innovazione,
  • la coerenze ed efficacia dell’idea,
  • la trasferibilità,
  • la congruità economica,
  • le modalità di verifica degli apprendimenti.

La modalità di valutazione, la qualità delle modalità organizzative-competenze coinvolte, il  grado di coinvolgimento, le modalità di progettazione…sono tutti elementi da considerare con attenzione.
Scuol@ 2.0 cambia rispetto all’azione di Classi 2.0 per un intervento molto più sostenuto negli edifici. In questo caso la scuola deve avere almeno un edificio con un ciclo completo (ad esempio dalla prima alla quinta); qui c’è la possibilità di mettere in continuità un intero ciclo, il dirigente deve garantire che siano d’accordo i docenti, il sindaco e vi sia coerenza con le linee guida; le caratteristiche ed i contenuti dei progetti per Scuol@ 2.0 sono le stesse, solo che qui tutta la scuola è coinvolta e il finanziamento è maggiore (200.000 euro). Il progetto deve essere di qualità, come per l’altro. I finanziamenti possono essere aumentati dai privati. La Regione Toscana come ha detto Targetti, ha creato nuovi ambienti di apprendimenti. Adesso c’è un intervento strutturale per rendere adeguati gli edifici alle nuove metodologie che la tecnologia mette a disposizione (tablet, notebook…).
Laboratorio Apple a cura di Domizio Baldini


Reflection consente di usare l’ipad mostrandolo al videoproiettore e muovendosi liberamente per la casse. Si può creare un proprio libro di testo o del materiale digitale personale usando alcune app che costano molto poco.
Un’app interessante per la storia è Virtuale Rome della Mondadori che mostra come era Roma e come è oggi a soli 7 euro. La biblioteca europea permette oggi di fare lezione sui testi originali di autori famosi. Explain every, CCB, IBook Creator sono solo alcune delle App più interessanti da utilizzare ai fini didattici. L’ultimo in particolare è più adatto alla primaria e consente la creazione di ebook con testo, immagini, audio e video. Tutto si può fare senza  mai uscire dall’iPad.
Laboratorio Goolge con la presentazione di Google for Educational

Questo  laboratorio presenta una grande opportunità per le scuole: Google infatti mette a disposizione la possibilità di fare siti, avere posta elettronica, condividere tutti i documenti, elaborare calendari per la scuola in modo semplice ed efficace: ciò che le aziende pagano, Google lo mette a disposizione dei Dirigenti scolastici che ne vorranno usufruire. L’Università di Firenze ad esempio la sta sfruttando egregiamente.

 

Commenti fuori dalla righe


Mentre ascoltavo, una collega mi ha fatto notare come queste Classi e Scuole 2.0 siano distanti dal mondo scolastico che viviamo quotidianamente. Ed è la stessa cosa che ho pensato anche io: avrei voluto che tutti i miei colleghi ascoltassero i resoconti presentati e si rendessero conto che la scuola può e deve essere diversa. Ad un certo punto la stessa insegnante, cui non era toccato il privilegio del posto a sedere, e che approfitto per salutare (non mi sono neppure accorta quando se n’è andata e si era fatta come me, un sacco di chilometri per venire a sentire),  mi ha anche detto che quando parla di lim, a scuola la prendono in giro, dicendo che invece è meglio usare la LAR, acronimo di Lavagna D’Ardesia…Mi sono ricordate del rifiuto che involontariamente ho provato quando dal mio Comune lo scorso anno scolastico sono arrivate 20 nuove e fiammanti lavagne proprio in ardesia: una spesa non indifferente…(chissà chi  le aveva chieste), con la quale di certo si sarebbe potuto acquistare sicuramente almeno due o tre  lim per contentare altre classi. Ho pensato anche con un certo dispiacere ad  alcune amiche e colleghe care, cui è toccata a settembre scorso la classe con la lim quest’anno:  hanno invece combattuto molto per non averla, volevano una classe “normale”. Io avrei lottato per il motivo contrario…ma dovevo stare al mio posto. Non so cosa dicano le colleghe di me, ma quanto meno penseranno che sono quella un po’ strana. Ecco, al seminario mi sentivo perfettamente a mio agio: tutti la pensavano come  me a proposito di tecnologie, di scuola del futuro ecc…ero in perfetta sintonia con quanto diceva Biondi, ad esempio, o la Targetti e tutti gli altri. Mi volevo sentire proiettata verso il futuro didattico e non ancora nel medioevo in cui mi trovo: aule che sicuramente chiunque tornasse a rivivere dal passato, come mio padre, mio nonno o anche più indietro nel tempo, non stenterebbero di certo a riconoscere con solo qualche differenza: la mancanza della china nel famoso buco vuoto dei miei banchi di prima elementare. Non ci crederete, ma sono una delle poche “fortunate” ad avere ancora dei banchi così…e la mia aula è così piccola che stento a farci entrare il videoproiettore! Ma non mi lamento…e spero comunque di riuscire a insegnare in maniera diversa che nel passato. Perché quello che afferma Baldini è vero anche per me.