Il futuro nella scuola

Al seminario che si è appena concuso “Il futuro della scuola: esplorando nuove modalità di insegnamento” nell’aula magna dell’Università Guglielmo Marconi di Roma, ho ascoltato la presentazione di progetti innovativi, sicuramente da collocarsi nelle nuove frontiere educative. Personalmente non mi sono tanto sorpresa della presenza in ogni progetto della realtà 3d (Second Life o Open Sim) cui del resto sono abituata, da frequentatrice abituale di Scuola3d, AWedu, Second Life stessa e SecondLearning World, nonché opensim varie;  ma sono rimasta colpita della facilità che i vari docenti avevano nel trattare vari strumenti del Web2.0, per cui i mondi virtuali non erano che uno dei mezzi  in un panorama più ampio. In ognuno si mostrava la solita piattaforma di e-learning, ormai praticamente indispensabile per ogni progetto a distanza, quali questi che si vanno attivando o che sono in fase di attuazione, e tutti a livello europeo, ma anche forum di discussione, networking di docenti e/o studenti… Insomma, a volere l’innovazione nella scuola, qui veramente si parla di scuola del futuro. Ma vediamo i principali progetti presentati:

1. Paolo Degasperi parla di Avatar: lo conoscevo e ne ero già entusiasta perché prevede la formazione di 100 docenti che a distanza acquisiranno competenze tali in Second Life, da riversare poi suoi propri alunni idee progettuali concordate. Insieme quindi ai loro studenti percorreranno strade nuove, sicuramente mai sperimentate in precedenza in maniera così puntuale. Questo almeno in Italia, dove solo pochissimi vantano già esperienze  simili significative nel campo della formazione secondaria. Non mi dilungo sui particolari che possono essere acquisiti direttamente dal sito di riferimento.

2. Daniela Di Marco con il suo ST.ART o Street Artist in a virtual space: 9 partner di 5 diversi stati per capire la differenza fra l’arte moderna e il vandalismo: la linea è sottile ma sicuramente si può impararla nella scuola superiore, soprattutto a indirizzo artistico. Sarà chiesto agli alunni di fotografare la città, di inserire le loro immagini  catturate per strada fra i numerosi “graffiti”,  in uno spazio, dove potranno essere viste e commentate da tutti. In una città virtuale (in opensim, credo) i ragazzi potranno sbizzarrirsi nello sviluppo di idee e progetti che poi potranno vedere realizzati, almeno nella città virtuale, dove un “sindaco” concederà muri e spazi da dipingere. Sembra davvero un modo affascinante di imparare la Storia dell’Arte, non vi pare? Anche in questo caso, tutti i particolari, relativi anche all’iscrizione, possono essere letti direttamente nel sito di STreeArt.

3. Eccoci ad un’idea che a pensarci bene, può essere davvero travolgente: almeno questa  è stata la mia sensazione, sia perché è la prima volta che sento parlare di Booktrailer, sia perché i libri sono la mia passione: che siano di carta, che siano digitali, purché conducano all’amore e alla passione per la lettura. Michela Tramonti ha davvero combinato abilmente obiettivi di comprensione del libro (non un testo, ma un libro intero) alla sua rappresentazione in un video del tipo trailer per i films del cinema. La prima casa editrice, che ha avuto l’idea del booktrailer, la Marsilio Editore, ha allo stesso tempo suscitato questa che può essre un’unione eccellente, fra il libro e la sua rappresentazione del tipo “pubblucitario” in un film sapientemente costruito, in questo caso, dagli stessi ragazzi delle superiori, che guidati da docenti a loro volta preparati on-line in un corso apposito, costruiranno mediante le tecniche del digital storytelling. E qui, chi vuole prendere spunto per una didattica davvero innovativa, può o partecipare direttamente al progetto, oppure reinventarselo e riadattarlo come vuole alla propria realtà: quindi READ-IT (o leggimi) andrà seguito passo passo fino agli sviluppi finali per vedere cosa  “combineranno” le scuole insieme a questa idea che definirei spumeggiante.

4. Finalmente una eccellente promozione delle materie scientifiche: SEEP, guidato dal una eccezionale Maria Teresa Miletta, vuole attraverso un networking di docenti di tutta Europa, con le loro scuole e i loro studenti,  mettere in primo piano la figura dello “scienziato”. Perché questa figura viene sempre proposta come una persona chiusa, quasi un misantropo, un noioso asociale, mentre nessuno pensa che scienziati sono ad esempio gli inventori di Google o di FaceBook? Negli ultimi anni gli studenti si avvicinano sempre meno alle materie scientifiche, col risultato che presto la conoscenza scientifica verrà importata dai paesi asiatici, con tutto ciò che questo potrà voler dire anche a livello di economia e di finanza mondiale. Il problema sta nel fatto che le materie scientifiche non vengono proproste nelle scuole soprattutto superiori, nel modo giusto e accattivante: una conoscenza scientifica che si costruisce coi propri studenti dovrebbe essere il modello, dalla proposta deduttiva a quella induttiva…

Altre proposte sono state presentate, come AHEAD, per i dirigenti scolastici (perché no, anche loro devono continuare ad imparare…) e alla fine emerge chiara l’idea che  legarsi a progetti europei significa per la scuola, non solo  ottenere  il riconoscimento al valore del proprio progetto, ma anche l’accesso al relativo finanziamento fino al 75% delle esigenze totali. In questo senso l’Università Guglielmo Marconi e For.Com –  Formazione per la Comunicazione, si pongono come consulenti efficaci che aiutano le scuole a compilare i formulari nel modo giusto e trovare le scuole per i partenariati. Lunga infatti è la loro esperienza in campo con progetti tipo Comenius, Erasmus, Leonardo da Vinci ecc…legati sia all’istruzione scolastica che permanente. E ai dirigenti che potrebbero lamentarsi all’idea di investire  in un progetto il 25% del totale, bisognerebbe rispondere come il saggio moderatore del seminario ed anche Coorinatore dei Progetti Europei dell’Università, Francesco Fedele, che ribatte più o meno così: l’investimento in termini di risorse umane, ossia dei docenti stessi che operano materialmente nel progetto è di per sé già un grande investimento della scuola, per il dirigente che si sa porre in gioco e che consentirà così, l’ingresso di ulteriori finanziamenti.

Tralascio altri interventi come quello di Francesca Cifola in ogni caso molto interessante, che riguardando la parte forse un po’ più tecnica dei progetti, mi ha “toccato” di meno.

Credo che sicuramente, una visita nel sito dell’Università telematica G.Marconi debba essere sicuramente fatta, anche per i numerosi strumenti che mette a disposizione dei suoi studenti di tutta Italia: dalla piattaforma e-learning, al canale tv, fino alla possibilità di scaricare le lezione sottoforma di e.book per lo smarphone.

In conclusione , è stata una giornata interessante e ricca di stimoli. L’unica riflessione che mi pare però necessaria è, ancora una volta, il divario enorme esistente fra la scuola pensata per il futuro, ciò quella presentata dai progetti innovativi di oggi, e quello che invece è la scuola vera, quella di tutti i giorni, coi problemi delle supplenze mancanti e delle sostituzioni, di fondi inesistenti anche per il necessario, con computer che sembrano giungere da musei della tecnologia e che mal sopportano gli stessi software che si aggiornano, mentre quelli restano sempre in piedi più per testardaggine, piuttosto che per  possibilità effettive.

Una seconda riflessione mi consente invece di sentirmi  anch’io un po’ all’avangardia, con progetti che già da diversi anni richiedono l’uso dei mondi virtuali  insieme agli alunni, nonché piattaforme collaborative per i progetti a distanza come moodle, wiki, blog, forum… Ma mai ho ottenuto per la mia scuola finanziamenti che hanno concesso un po’ di respiro, nonché la possibilità di coinvolgere colleghi in realtà differenti da quelle solite…forse le cose potrebbero cambiare, ma ho ancora di fronte la faccia che ha fatto una collega, quando le ho detto che sarei andata oggi a Roma e le ho chiesto, solo per educazione, se anche a lei poteva interessare il seminario: ha storto il naso con un’espressione tipica che da noi si dice “becio”. Come dire che come sempre, in questi casi, si trova maggiore “comprensione”  in scuole lontane piuttosto che in quella di appartenenza.

3 pensieri su “Il futuro nella scuola

  1. Grazie per questa preziosa relazione, Nico. Purtroppo in molte realtà (concrete), solo una minoranza è in grado di muoversi in una piattaforma e-learning, o anche solo utilizzare in modo adeguato una casella e-mail. E’ vero che nella scuola mancano risorse, ma la risorsa più scarsa – forse – è la “motivazione”.
    Ciao.

  2. Romolo, è il cane che si morde la coda: la motivazione finisce quando non ci sono incentivazioni che stimolano l’aggiornamento. E a questo proposito ricordo le parole di una maestra che ormai alcuni anni fa, vicina alla pensione, diceva così: se lo stato volesse che mi aggiornassi e rendessi sempre più efficaci le mie lezioni, invece che ripresentare le solite, mi pagherebbe una donna di servizio che si occupa della casa e dei figli. Fino ad allora farò del mio meglio per insegnare, ma senza esagerare.

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