Linux Day a Grosseto, 22 ottobre 2011

Presso la sede del C.N.A. di Grosseto, si tiene oggi il Linux Day. Arrivo un po’ in ritardo, a causa della dislocazione della sede, che non conoscevo, ma la vedo da lontanto, per via della folla di giovani che preme anche da fuori, forse per aggiornarsi su questo sistema operativo gratuito ed eccellente? E’  più probabile che la loro presenza sia stata pilotata da professori illuminati.  Può darsi che  non tutti  loro  abbiano compreso completamente  l’importanza di un SO gratuito e senza bisogno di licenze, ma prima o poi ci arriveranno. La confusione che fanno, all’interno della sala è piuttosto fastidiosa,  direi maleducata e purtroppo tipica delle nostre classi di alunni, a partire dalle elementari fino alle superiori;  sicuramente anche non intenzionale: solo, non conoscono le buone regole.
Finalmente mi trovo un posto da cui ascoltare, anche se con qualche difficoltà iniziale per via di un audio non perfetto. L’argomento è “Il blog e il social network: come possono incidere nella diffusione di notizie, di marketing di prodotto e più in generale del pensiero?”: attualissimo e che mi riguarda perché sia pure marginalmente, vivo la mia vita anche qui sul blob, su FaceBook…

Apprezzata la presenza di Guido Scorza, professore e avvocato, giornalista de Il Sole 24 Ore, che parla della libertà d’informazione e dei tentativi più o meno intenzionali di “bloccare” i blogger (www.guidoscorza.it).  Ma i successivi interventi si fanno più “caldi” sul free della rete, e sul problema del copyrigth, sul valore e la monetizzazione di sistemi, argomento complesso che scatena anche qualche polemica. Nicosia, l’avvocato,  afferma che internet ha fatto proprio esplodere il problema della gratuità dei contentuti  del prezzo di queste “prestazioni”: attualmente ci sono molte soluzione, magari si paga per scaricare qualcosa, oppure il contenuto è gratuito, ma c’è la pubblicità da “sorbirsi”.  Insomma, bisogna affrontare il cambiamento e osservare lo scollamento fra vecchi e nuovi sistemi. Ecco  che si finisce per parlare della differenza fra gratis e free nel web, che veramente non è sempre chiara.
Lorenzo Mammella,  della rivista scientifica on line, Galileo, riprende il discorso della muica e parla della scelta di alcuni musicisti che la mettono sul web, chiedendo al pubblico di pagare la cifra che secondo loro vale: sono le persone che decidono cosa vogliono pagare e comprare.   In America i giornali online hanno un pubblico molto più vasto del giornale di carta, con conseguenze sociali e di lavoro  notevoli. D’altra parte l’avvento di Internet  è anche questo. Viene menzionato Kapital, che  è un sito dove ad esempio se si ha bisogno di qualche soldo, si scrive ciò di cui si ha necessità e si pubblica: le persone che leggono decidono se dar loro o no i propri soldi. Si possono raccogliere anche 1000 euro per noleggiare il necessario per un concerto!  Timu è un sito italiano di giornalismo partecipativo. Nella piattaforma ognuno decide l’inchiesta che vuole approfondire. Si mobilita la rete e chiunque può contruibuire: si aggregano contentuti di vario tipo e si arriva ad una massa tale di informazioni mai vista: un raccolta  che poi, può essere pubblicata e si può anche essere pagati. I soldi raccolti da Timu, vengono dati come un premio a coloro che hanno partecipato di più. Terrasaycol ti dice invece di prendere ciò che devi buttare e non sai come smaltire e spedirglielo: ad esempio i pacchetti di patatine vuoti, si possono ottenere magari pochi soldi, ma Terrasaycol ricicla e ci costruisce qualcosa. molti altri potrebbero essere gli esempi di un uso intelligente della rete per il business, anche perché sembra che tutti sappiano cosa sia Internet, ma non è così. Tutto questo sta accadendo nel web e anche altro, ma la maggior parte di noi non lo sa: del resto  il 96% degli italiani ha la tv in casa,   mentre solo il 47%  ha internet. Internet dovrebbe essere gratuito e per tutti.
Giulio Rossetti, esperto di social network, viene interrogato dai presentatori (giornalisti di Tele Tirreno e TV9) ancora a proposito di privacy: esiste un garante, per cui si firmano quintali di carta su autorizzazioni e poi tutti i nostri dati sono disponibili magari su FaceBook, dove si possono filtrare i dati ed ottenere le informazioni che voglio.  Egli parla di caratteristiche strutturali della rete, dove i dati sono pubblici. Specifica le caratteristiche delle reti sociali, parla di omofilia, cioè di come le informazioni passino più velocemente quando c’è affinità fra le persone, perché ci sono più link, mentre sono pochi  quelli che passano fra le comunità differenti: se si colpisono questi pochi link, ovviamente si ha più possibilità di colpire efficacemente il social network. In ogni caso la privacy all’interno della rete è veramente a rischio, quindi è davvero importante fare attenzione  a ciò che pubblichiamo di noi stessi.
Intanto Luca Ceccarelli di www.miatecnologia.it  vince un riconoscimento per l’impegno avuto con Nicosia, in passato ed oggi sul software libero e il Linux Day.
Achille Ferraro, SEO manager, parla di Google e di come si filtrano i risultati: spider, cioè dei “ragni” visitano le pagine vecchi e nuove di tutta le rete internet, dà anche un voto: un sito è posizionato benissimo per molte parole chiave, benino per altre e male per altre ancora ancora. Indicizza in pratica ogni pagina web. Il lavoro del SEO è molto complesso: essere posizionato bene vuol dire che se digito una parola vengono fuori subito dei siti, piuttosto che altri: come mai? L’indicizzazione dice per esempio, che più web link ho verso il  mio sito, più “salgo” nelle posizioni. Anche i siti web che hanno iniziato una campagna di posizionamento migliore molto presto, per anzianità precedono, ma certo sono valutati anche i siti aggiornati e di qualità.
Emilio Fabio Torsello parla di www.dirittodicritica.com nato da un gruppo di giornalisti che hanno deciso di creare un loro giornale che sta ottendendo un certo successo. Dato che non vi sono finanziamenti, essi hanno messo ad un certo punto un link per le donazione ed hanno scoperto che le persone semplici contribuiscono più di tutti. Internet sono persone come noi, anzi, siamo noi, perché c’è un po’ di tempo libero e vogliamo occuparcene. Riguardo a Diritto di Critica egli afferma che sono le persone comuni che fanno le notizie, il giornalista professionista in pratica non fa che raccoglierle. Ad esempio la foto e il video recenti di Ghedafi sono stati raccolti da un giornalista professionista che ha visto un gruppo di giovani: essi avevano documentato il tutto col cellulare!
www.dubidoo.it è un sito per le informazioni per i giovani: punta meno sulla politica, ma di più sulle domande. Perché è successo questo? Come siamo arrivati fino a qui? Cultura, Crisi, Carestia: le tre c di cui vogliono parlare, stimolando i giovani proprio a farsi un’idea di ciò che è il nostro mondo: le notizie non sono sterili, si evolvono e quindi Dubitoo ritorna sulle notizie per capire cosa accade. Tutto questo con parole semplici. In pratica è il primo quotidiano online per ragazzi in Maremma. Due psicologhe coadiuvano il quotidiano, ad esempio mediando informazioni forti come quelle di Gedafi che sono passate negli altri media con toni davvero molto accesi. Inoltre, comprendere i problemi che ha la nostra situazione negli equilibri internazioni è importante perché proprio i giovani li avranno nel “groppone” in futuro. Francesco Fattorello viene menzionato a proposito del filtraggio delle informazioni: è impossibile che ci siano notizie non filtrate. L’intenzione è di scegliere le informazioni e proporle ai giovani in base a ciò che si riente più importante, in pratica vuole essere uno strumento didattico che parla di cronaca “.L’arte della persuasione, come farsi dire sempre di sì”: questo testo americano può fare comodo.
Daniele Chieffi ritiene che la rete, proprio per chi scrive sulla rete, non è sempre in grado di sostenere la propria libertà che è legata alla capacità di autofinanziarsi: uno dei più grandi problemi della rete è proprio questo, il business nella rete  è ancora debole. Posso scrivere sulla rete quanto voglio, ma se voglio continuare a farlo, devo trovare anche un sostentamento. www.linkiesta.it è un “espresso” online, aveva una compagine finanziaria, iniziativa di giornalismo libero e gratuito, sta fallendo per mancanza di sostentamento economico: meglio dunque, avere un padrone o la mancanza di libertà di non pubblicare ciò che si ritiene importate? Sicuramente se non si possono scrivere tutte le informazioni, ma solo alcune, ecco che viene meno la libertà. Ma la mancanza di business per il web è attualmente il più grosso problema alla libera informazione.
Anche www.imille.org fa fatica a sostenersi, sia pure con un modello di business molto differente, perchè sono tutti volontari;  di Imille parlano Stefano Minguzzi e Emidio Picariello.
Per www.blogitalia.it, parla Tony Siino: cambierà il business intorno al web? L’italia è una republica fondata sulla televisione, ora sul telefonino, ma certo che alcune iniziative  della rete vicine a qualche marchio, hanno avuto successo. I blog moriranno o avranno una sempre maggiore influenza? I  blog di informatica hanno moltissimi lettori;  i blogfashon stanno avendo un bel successo, per esempio legati alla cucina o altre tematiche. A volte qualcuno fa anche dimettere alcuni personaggi di ruolo, come è successo recentemente per un ministro inglese.
Su quali elementi il blog dovrebbe fare autocritica? Ci si lascia comprare per poco, dice ancora Tony Siino. Non è vero che non c’è valore fra tutto quello che si scrive nel blog: waffi è il  sistema “monetario” con cui si valuta secondo alcuni, il valore del blogger. Sembra che ci sia anche un cambio di waffi in euro, in base al giro di affari e la posizione del sito. La conversione del sito in euro è dato dalla conversione dei clik in termini di vendita.
Cosa manca e come migliorare il giornalismo nel web? L’errore più comune   è quello di mettere in evidenza notizie in base all’elemento soggettivo. Bisogna ricordarsi anche che il blog è solo una delle tante opinioni.
Per Galileo che parla per la maggior parte di Scienza, l’errore è forse quello di avere come target un pubblico di persone mature che a scuola non ci va più: forse il giornalismo scientifico è ancora basato sul format di quello cartaceo: ci sono adesso modelli che girano per le quali si può fare giornalismo. I grandi esempi di giornalismo sono “pietrificati” e va trovata una soluzione.
Per IMille la critica riguarda trovare contenuti di qualità, ma soprattutto il modello di businnes giusto, questa rivista online non l’ha ancora trovato.
Per Dubitoo, essi svilupperanno la multimedialità nel sito.
Verso le 12,30 l’affluenza degli studendi viene meno, per la vicinanza alla fine dell’orario scolastico e l’ascolto si fa più facile.
Si finisce col parlare della legge “ammazza-web”: alla fine non si è fatta ma quella sulle intercettazioni per i giornalinisti sembra piuttosto preoccupante.  Nicosia parla di Wikipedia, siti giornalistici e non, le norme che si stavano emanando erano confuse. D’altra parte l’alfabetizzazione giuridica dei politici attuali non sembra molto elevata. Le proteste per il possibile oscuramento di Wikipedia fa capire come sia importante questo strumento e come tutti si siano messi dalla sua parte a protezione di un “oggetto” fluido e  indispensabile.

La conferenza continua, ma per me si conclude: spero di trovare gli atti della giornata on line sul sito Guruatwork.com